Lettera 1:

Storia di un papà separato


 

Sono un papà separato…

 

Credo nell’amore e nel matrimonio e per questo da quando mi sono sposato ho investito tutte le mie energie nella famiglia cercando di non far mancare nulla a mia moglie e ai nostri figli sia dal punto di vista economico che affettivo. Pensavo che questo bastasse per poter essere felici, ma purtroppo non è stato così e qualche anno dopo mia moglie si è innamorata di un altro uomo… Non è stato facile per me accettare la situazione, ma per il bene di tutti ho deciso di andarmene di casa dormendo per le prime due settimane, fino a quando non ho trovato un nuovo alloggio, un po’ in macchina e un po’ in cantina mentre il nuovo amico di mia moglie prendeva il mio posto dentro la nostra casa coniugale. E’ cominciata una dura battaglia legale tra me e la mia ex moglie e in sette anni ho ricevuto sei denunce da parte sua. Denunce che poi non hanno trovato riscontro, ma che hanno causato sofferenza e senso di impotenza; ricordo lo sgomento di quella mattina in cui le forze dell’ordine sono venute a prelevarmi sul posto di lavoro per accompagnarmi in caserma a seguito di una delle tante denunce. E’ stato frustrante dover dimostrare che le accuse rivoltemi non erano veritiere, sapere di essere innocente, ma venir considerato colpevole di qualcosa che non si è commesso. Quando mi sono separato i nostri figli avevano tre e cinque anni e la mia ex moglie ha fatto di tutto per impedirmi di stare con loro perché li considerava solo figli suoi, mi impediva di portarli nel mio nuovo alloggio o dai nonni e mi permetteva di vederli solo per qualche ora la settimana nel piazzale di casa. Dopo tante difficoltà in sede di divorzio, sono riuscito ad ottenere l’affido condiviso dei bambini e il diritto / dovere di stare con loro tutti i mercoledì e i fine settimana alterni, ma nonostante i bambini esprimessero il desiderio di stare con me, la mia ex moglie trovava spesso delle scuse per sottarsi a tale accordo. Due anni fa l’ultima (fino ad ora) e la più terribile delle denunce: maltrattamenti sotto l’effetto di droghe ed alcool e la conseguente richiesta di togliermi la patria potestà. A seguito di tale denuncia sono intervenuti i servizi sociali e comportamentali ed io, pur sapendo di non aver mai fatto nulla di tutto ciò e pur di vedere i miei figli, ho accettato di essere seguito da queste persone (un assistente sociale ed uno psicologo) e di vedere i bambini in uno spazio protetto. Alla fine del percorso è stato dichiarato dai servizi competenti che il fatto non sussisteva e che io potevo finalmente rivedere i miei figli liberamente. La mia fortuna è stata anche che sono un donatore di sangue e che per il mio lavoro ogni anno mi devo sottoporre al controllo antidroga; mi chiedo cosa sarebbe successo se anche questa volta non avessi potuto dimostrare che l’accusa rivoltami era infondata e se davvero mi avessero tolto la patria potestà impedendomi di poter vedere i miei figli per sempre? Il mio cuore avrebbe retto alla sofferenza? Sento di aver perso tantissimi momenti importanti della vita dei nostri figli: prima di tutto la quotidianità e poi il non aver potuto festeggiare con loro i compleanni, le feste del papà, le festività del Natale e della Pasqua, le feste in occasione della Comunione e della Cresima; poter partecipare, anche con i miei genitori e i miei familiari solo alla funzione religiosa per poi sentirmi dire che andavano a festeggiare con la loro nuova famiglia. Il cuore si spezza nel vederli andare via, ma non si vede, si vede al massimo qualche piccola lacrima che non si riesce proprio a trattenere. I figli non sono merce di scambio od oggetti di ricatto, i figli sono amore e se anche il matrimonio finisce i figli hanno il diritto di vivere sereni e felici con entrambi i genitori anche se in realtà diverse. Il dovere di noi genitori è quello di tutelare i nostri figli da tutti i tipi di violenza, anche da quella della negazione genitoriale. Nonostante la mia ex moglie mi abbia tradito, insultato e procurato sofferenze per anni riesco ancora a non portarle rancore e a rispettarla come madre dei miei figli e nonostante più volte abbia messo a dura prova i miei istinti più profondi non mi sono mai permesso di toccarla una sola volta…come si dice… nemmeno con un fiore…